La lettera di un’insegnante al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Triste la Patria che ha bisogno di eroi”
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un’insegnante della scuola primaria, referente covid, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Caro Signor Presidente della Repubblica,
ho seguito con grande attenzione la cerimonia del Suo secondo insediamento, ed ancor più attenta sono stata al Suo discorso al Parlamento.
Mi chiamo Carmela Mascio. Sono un’insegnante di scuola Primaria da oltre trent’anni. Avevo in animo di scriverLe durante il Suo primo mandato, poi la quotidianità che non consente deleghe non me lo ha più permesso. Le hanno però scritto i miei alunni e Lei ha risposto dimostrando di avere un’attenzione vera alle persone vere.
Mentre Le scrivo vivo una tempesta di sentimenti, il più forte tra questi, me Lo conceda, è la frustrazione. Da quando è iniziata l’emergenza, ancora indomata, per via del Covid, tanti sono stati (e giustamente!) gli eroi che hanno raccolto il favore della gente: Forze dell’Ordine, personale Sanitario, Associazioni di Volontariato. A loro è stato riconosciuto il “di più” fatto. Anche i Docenti sono stati menzionati ma “velocemente” perché non hanno sfamato, curato o salvato dai pericoli. A lungo termine, però, la battaglia silenziosa portata avanti dalla Scuola e nella Scuola è arrivata al punto di non ritorno e, per questo, lancio a Lei il mio urlo di dolore. Due anni fa, quando siamo tornati tra i banchi, è stata una vera e propria “chiamata alle armi”. Abbiamo organizzato con le nostre mani aule che sembravano trincee: strisce incollate a terra, distanze tra i banchi segnate con il rosso, aule svuotate e spogliate di qualunque identità. Docenti con guanti, mascherine, visiere, disinfettanti al posto delle penne. Entrate scaglionate. Ingressi ed uscite differenziate. Niente Motoria. Niente Musica. Nessuna recita. Colloqui con i Genitori on line. Riunioni tra Docenti on line. E poi la mancanza di personale assente per malattia….
Questo è stato lo scorso anno. Poi questo nuovo anno. E mi creda Signor Presidente che è vero il proverbio che dice: “il peggio non è mai morto”.
Il cambio di Ministro non ha portato nessuna miglioria. Il carico di lavoro che è piombato sulle spalle dei Dirigenti e dei Docenti è incalcolabile. Per non parlare dei Referenti Covid (io sono uno di quelli). Ci siamo trovati a improvvisarci medici, infermieri ed esperti informatici. Abbiamo organizzato la nostra vita in virtù delle necessità degli altri. Lo abbiamo fatto per amore fino a quando non è poi diventata una pretesa.
L’equipe Anticovid lavora in tempo reale dalla mattina alla sera per assicurare l’organizzazione dei tamponi e l’incolumità di Alunni e Docenti. In tutto questo la necessità di fare la DAD, assicurare la copertura di Docenti non presenti (i Supplenti sono sempre un miraggio) seguire le classi in presenza…
Questo tutto il giorno. Tutti i giorni. Annullata la vita privata. Ridefinita l’offerta formativa. Sacrificata la famiglia. Intaccata la salute. Affievolito lo spirito.
Mortificato l’animo dagli insulti di una utenza che pretende sempre di più e non si rende conto che riceve quello che la scuola ha mutuato dal puro volontariato. Anche i Docenti hanno moglie, marito, figli, genitori anziani. Anche loro hanno vissuto il dramma di malattie che li hanno provati duramente e che spesso ha lasciato lutti. Il Covid ha schiaffeggiato la Scuola fino a tramortirla. Ora siamo allo sfinimento. Le risorse sono esaurite. E alla vigilia di nuovi provvedimenti che annullano e contraddicono tutto quello che ci è stato fatto applicare finora, stiamo per gettare la spugna.
Nel Suo discorso di insediamento Lei oggi ha parlato di Dignità, ed i Parlamentari si sono spellati le mani per applaudirLa: ma si sono resi conto che è stato come se si prendessero a schiaffi?
Non è forse il Parlamento che cambia, crea, discute, cancella le Leggi? Tutto ciò di cui Lei ha parlato: donne da proteggere, famiglie fragili, anziani da valorizzare, la sicurezza sul lavoro va tutto a specchiarsi e mischiarsi nella Scuola. Siamo stanchi, indeboliti e feriti. Siamo Docenti aggrediti da un’utenza che si sente defraudata dalla certezza che lo Stato e le Istituzioni la tuteli. Siamo rimproverati dai Genitori davanti ai loro figli. Ci viene detto come e quando insegnare. Si con gli alunni siamo liberi: spesso liberi di essere contraddetti!
Il Covid ha infettato la Scuola e non esiste un vaccino contro la rabbia, la delusione, le scadenze a tutti i costi, la spersonalizzazione e la povertà di quanto contengono i programmi che ci troviamo a proporre.
Signor Presidente, ho parlato anche troppo. Mi scuso per questo. La prego ci aiuti. Siamo gli eroi scomodi che ancora scuotono le coscienze e nonostante siano feriti a terra lanciano “la stampella “contro il nemico, ma siamo allo stremo. Ascolti la nostra voce.
Si accerti della “vera verità”. Ci faccia da spalla.
Se le cose resteranno così potrà crescere il PIL ma gli Italiani penseranno che sia la sigla di un nuovo gioco elettronico. Se vogliamo ritrovare la Dignità, faccia tornare la Scuola ad essere “testata d’angolo” della Società.
Sarà bello diventare grandi insieme e, sconfiggendo la vera ignoranza liberare la libertà dei nuovi italiani!
Con sincera stima
Ins.te (Referente Covid) Carmela Mascio
Roma 3 febbraio 2022